sabato 16 novembre 2013

Il mondo contro gli USA per la questione Datagate: una parte dei rapporti bilaterali



Una delle ultime tempeste sulle intercettazioni a tappeto di mail e telefonate ha colpito la Francia.
Difficile giustificare come «monitoraggio anti-terrorismo», 73 milioni di email e conversazioni telefoniche di cittadini transalpini passate al setaccio dalla Nsa in meno di un mese (dal 10 dicembre 2012 all'8 gennaio 2013), come ha rivelato il quotidiano Le Monde.
Il presidente Hollande ha espresso «profondo biasimo», per i metodi dell'intelligence Usa. In un incontro rigorosamente a porte chiuse, il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, pur «evitando escalation», ha rinnovato al segretario di Stato americano Kerry la richiesta di«tutte le spiegazioni necessarie» sul caso.
Per ristabilire un «rapporto di rispetto tra partner alleati», l'Eliseo vuole poi che le «operazioni di raccolta delle informazioni siano regolamentate in un quadro bilaterale».

Da Parigi, Kerry è volato a Roma, dove le acque sono meno agitate. Ma non certo calmissime.
All'inizio di ottobre, una delegazione del Comitato parlamentare di controllo sui Servizi segreti (Copasir) parlò con i vertici dell'intelligence americana. Il vicedirettore della Nsa John Inglis, in particolare, raccontò al gruppo in missione negli Usa che l'agenzia intercetta e cattura anche il traffico dall'Italia.
I servizi segreti italiani pare che ne siano pienamente a conoscenza.

In Spagna, la polemica sul Datagate è di difficile gestione per il governo di Mariano Rajoy e rischia di deflagrare in sede europea.
L'esecutivo dei conservatori ha affermato di non «essere a conoscenza» di intercettazioni a tappeto sul territorio iberico. Ma l'opposizione e l'opinione pubblica non credono alle dichiarazioni di Madrid.
Oltre al pressing continuo su Rajoy,  si invita Bruxelles ad avviare un'operazione verità sugli Usa.

Ma i venti di guerra più forti spirano Oltreoceano. Dalla sua residenza in Brasile, Glenn Greenwald, ha dichiarato che «tutti i Paesi dell'America Latina sarebbero stati spiati dagli Usa».
In tutta risposta, il presidente messicano Enrique Peña Nieto ha appaltato un'inchiesta interna all'unità cibernetica della polizia e al servizio di controspionaggio per accertare se, durante il governo di Felipe Calderon, funzionari pubblici abbiano favorito la campagna di intercettazioni degli Usa.
Lo stesso faccia a faccia diplomatico fu richiesto, nel luglio scorso, dal Senato brasiliano. Rousseff non è stata per niente tenera con Obama.
Cancellata la sua visita alla Casa Bianca, in programma il 23 ottobre, a settembre la presidente brasiliana ha attaccato frontalmente gli Stati all'Onu. «Siamo di fronte a una grave violazione delle libertà civili e della sovranità nazionale del mio Paese», ha denunciato nel suo discorso.

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