domenica 17 novembre 2013

La Groenlandia comincia lo sfruttamento delle sue miniere



In Groenlandia è svolta sulla cosiddetta "tolleranza zero", il divieto di estrazione di materiali radioattivi, come l'uranio. Una politica ereditata dalla Danimarca, Regno di cui questa nazione autonoma sull'Artico fa parte, e che ora dovrà dare il proprio assenso.
Ma intanto il Parlamento di Nuuk ha fatto la sua scelta, per quanto sofferta dal momento che la decisione è passata con 15 voti contro 14 ed è promossa da un Governo, affidato dal marzo scorso alla socialdemocratica Aleqa Hammond, che ha vinto le elezioni promettendo una maggiore attenzione all'ambiente. Ma in questa nazione di 57mila abitanti, il premier deve fare anche i conti con le difficoltà dell'economia: «Non possiamo accettare che disoccupazione e costo della vita aumentino - ha detto la signora Hammond durante il dibattito in Parlamento - mentre l'economia è bloccata. È dunque necessario che superiamo la "tolleranza zero" verso l'uranio».
La Groenlandia apre dunque agli investitori stranieri lo sfruttamento dei suoi depositi di uranio e delle terre rare, metalli utilizzati nei cellulari, nei monitor e nelle tecnologie per l'energia pulita di cui finora la Cina detiene un controllo quasi totale (il 90%) sulla produzione mondiale. Ed è proprio la Cina uno dei Paesi più interessati a una regione strategica per le risorse minerarie ma anche per l'apertura di nuove rotte commerciali.

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