sabato 16 novembre 2013

LA CRISI GRECA, LE INDUSTRIE MILITARI NON PROFITTEVOLI E IL MANCATO TAGLIO ALLE SPESE PER LA DIFESA



La Troika formata da Unione Europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale continueranno a chiedere ad Atene ulteriori misure di austerità nonché la chiusura di due aziende statali EAS (Ellinika Amyntika Systimata, Sistemi di Difesa Ellenici) e ELBO (Elliniki Viomihania Ohimaton, Industria Automobilistica Ellenica) che costruiscono (ed esportano) armi e veicoli militari, e che rappresentano, secondo i creditori, un buco nero nelle casse elleniche, a differenza delle corrispondenti società della difesa degli altri Paesi europei, che riescono ancora ad essere profittevoli.
Va comunque ricordato che la Grecia ha ancora tensioni aperte con i suoi vicini, a cominciare dalla Turchia, e sarà quindi costretta a comprare quanto necessario per mantenere la propria difesa proprio dai partner europei, ovvero dagli stessi creditori che hanno richiesto la chiusura delle sue aziende della Difesa. Un lievissimo conflitto di interessi: "stranamente" il budget relativo alla Difesa non è stato quasi toccato dopo il taglio da tre miliardi nel 2009 (almeno per quanto riguarda i dati ufficiali), che comunque non ha fermato l'acquisto di sottomarini e carri armati dalla Germania e di fregate ed elicotteri dalla Francia. Per non parlare delle importazioni di armi di piccolo calibro (la Grecia è fra i maggiori importatori di armi convenzionali), che nei tempi più cupi della crisi avevano fatto pensare a possibili colpi di mano e addirittura guerre civili.


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