sabato 2 novembre 2013
Slittato a novembre il referendum costituzionale per trasformare lo Yemen in stato federale
È slittato al mese di novembre il referendum costituzionale che potrebbe trasformare lo Yemen in uno stato federale e dovrebbe preparare il terreno per le elezioni presidenziali del febbraio 2014, ma le spinte secessioniste del sud non accennano a placarsi.
Anzi al Hiraak al-Janoubi, il movimento separatista meridionale, ha indetto una manifestazione proprio contro la nuova costituzione che dovrà essere approvata.
La questione della riconciliazione nord-sud (che va avanti dagli anni Novanta e che nel 1994 ha causato anche una guerra civile) è lo snodo del dopo Saleh per cui è stata creata la Conferenza del Dialogo Nazionale ed è la stessa ragione per cui le consultazioni sono rimaste bloccate fino allo scorso marzo, fino a quando al Hiraak non è entrato nel gruppo di riconciliazione nazionale.
Dal 2011 a oggi, dunque, la situazione del Paese resta instabile non solo politicamente a causa delle spinte secessioniste del sud, ma anche dal punto di vista della sicurezza, con la presenza di Al Qaeda nella Penisola Arabica che non mostra segni di cedimento nonostante gli Stati Uniti negli ultimi dieci anni abbiano condotto imponenti attacchi di droni (causando vittime anche tra i civili). E solo pochi giorni fa un dipendente dell’ambasciata tedesca a Sanaa è stato ucciso a colpi di arma a da fuoco, mentre un operatore dell’Unicef sequestrato. Eppure non sono questi i problemi più gravi dello Yemen.
Lo Yemen infatti affronta da anni una grave crisi umanitaria che lo rende il Paese più povero di tutta l’area, dopo l’Afghanistan, con quasi la metà della popolazione (gli ultimi dati disponibili, aggiornati al 2005 parlano del 46,6%) che vive con meno di due dollari al giorno e che non può accedere né al cibo né all’acqua. A settembre il World Food Program ha parlato chiaro: su venticinque milioni di persone dieci subiscono la fame e la sete. Il livello della malnutrizione infantile è il più alto al mondo: un milione di bambini ne soffre in modo grave, mentre due milioni di quelli sotto i cinque anni sono affetti da ritardi della crescita a causa della mancanza di cibo. Tredici milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile.
Nel sud la presenza delle mine antiuomo rende difficile la coltivazione e il ritorno degli yemeniti che avevano abbandonato la zona a causa della lotta contro il nord.
C’è poi il dramma degli sfollati che in questi lunghi anni di guerra nord-sud, a causa delle violenze tribali e dell’instabilità del dopo Saleh, sono arrivati a superare i 500mila.
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