sabato 2 novembre 2013
A giugno 2014 finiranno i finanziamenti internazionali al Portogallo: la situazione attuale
Il buon andamento che ha caratterizzato il mercato obbligazionario italiano ha interessato anche altri mercati periferici, il Portogallo in particolare. All'inizio di ottobre la Troika ha confermato l'erogazione di una ulteriore tranche di aiuti pari a 5,6 miliardi. Il piano di finanziamento a Lisbona fu approvato nel 2011 e prevede un aiuto complessivo di 78 miliardi di euro dei quali fino ad oggi ne sono stati erogati 65. La Troika ha lasciato il paese dopo aver passato al setaccio le misure di austerity implementate dal Governo ma non ha ceduto alla richiesta portoghese di poter allentare il vincolo di bilancio sul deficit per il 2014 portandolo al 4,5%. Lisbona dunque dovrà probabilmente ricorrere nei prossimi mesi ad ulteriori misure per raggiungere il 4% di rapporto deficit pil per il prossimo anno. Intanto lo stock di debito complessivo continua a crescere . Alla fine dello scorso mese le stime per il rapporto debito/pil per il 2013 sono state nuovamente alzate al 127,8%. Rimane preoccupante più che altro la sua dinamica ovvero la velocità con cui il rapporto è salito a fronte sì di una caduta del Pil, ma anche contestualmente di un aumento in valore assoluto del debito stesso. Questo rapporto era infatti il 95% meno di 3 anni fa e sta salendo mediamente con una velocità di 3-4 punti percentuali a trimestre.
Dal punto di vista occupazionale ormai il tasso delle persone senza lavoro è intorno al 17%. Poiché il piano di aiuto si esaurirà entro il giugno 2014 appare assolutamente necessario che il paese per quel tempo sia in grado di finanziarsi nuovamente in maniera autonoma, riuscendo ad emettere continuativamente debito sul mercato dei capitali. Accanto però ad alcuni segnali incoraggianti ( tra cui la sorprendente crescita del Pil dell'1,1% nel secondo trimestre supportata da una stabilizzazione della domanda e da un buon andamento delle esportazioni e delle scorte) emergono anche molte difficoltà soprattutto a livello politico. Oltre all'ostilità interna l'iter delle misure di austerity si trova a fronteggiare anche la Corte Costituzionale che ha già bocciato più di una volta le misure implementate dal Governo e successivamente cassate dalla Corte Costituzionale, quali ad esempio alcune misure fiscali che penalizzavano i dipendenti governativi lo scorso mese di Aprile o il licenziamento in alcuni settori della pubblica amministrazione. Lo stesso aumento delle ore nella settimana lavorativa da 35 a 40 potrebbe essere rigettato dalla Corte.
Il nuovo Ministro delle Finanze Maria Albuquerque, che ha preso il posto a luglio del dimissionario Victor Gaspar, ha recentemente dichiarato che il paese non ha alcuna intenzione di chiedere nuovi aiuti, una volta esauriti quelli attuali. C'è da vedere come evolverà la situazione, considerando anche il fatto che a settembre l'agenzia di rating S&P ha nuovamente messo sotto osservazione (negative watch) Lisbona, misura che potrebbe sfociare in un ulteriore downgrade, attualmente situato a BB e quindi comunque già ampiamente sotto il livello di Investment Grade.
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