domenica 27 marzo 2011

La Primavera araba in Giordania: anche qui richiesta di riforme


Il Regno di Giordania, a partire da gennaio, è stato attraversato dalle proteste di piazza, particolarmente accese ogni venerdì, giorno della preghiera. Il 18 febbraio gli scontri tra manifestanti antigovernativi e supporter lealisti sono particolarmente violenti e causano una decina di feriti. Gli oppositori, fra cui è particolarmente attiva la Fratellanza Musulmana, di norma non attaccano direttamente la figura del re Abdallah II, discendente diretto del Profeta. Sull'onda delle pressioni della piazza, il primo febbraio il sovrano scioglie il governo e sostituisce il primo ministro Rifai con l'ex generale Marouf al-Bakhit. Il regno hashemita vive una profonda crisi economica e il malessere è generato dal fatto che un quarto della popolazione vive in condizioni di severa povertà e il tasso di disoccupazione è molto alto, specie tra i giovani. La richiesta di riforme politiche ed economiche continua. Venerdì 25 febbraio, le manifestazioni di protesta raccolgono molte migliaia di partecipanti. Il 7 marzo ad Amman più di cinquecento giornalisti partecipano a una dimostrazione per chiedere misure che consentano ai media di essere davvero liberi e indipendenti. Il 15 marzo re Abdallah annuncia una revisione delle leggi elettorali.

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