sabato 2 novembre 2013
Famiglie musulmane Kazake importate dallo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante in Siria per la Jihad
Il gruppo qaedista dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante sta provvedendo a far giungere in Siria diversi nuclei famigliari dal Kazakistan, alcuni dei quali formati da oltre 150 persone, per unirsi alla jihad e combattere in quello che è ormai il “terzo fronte”, visto che sono sempre più frequenti gli attacchi del gruppo sia nei confronti dei curdi che dell’Esercito libero siriano.
Da notare in particolare gli scontri di ieri con i turchi posti al di là del confine nei pressi della città di Azaz, quelli del 16 ottobre contro i curdi nella provincia di al-Hasakeh, nella parte nord-orientale della Siria, e del 13 ottobre contro l’Esercito Libero Siriano, in cui sono morte 50 persone; il 12 luglio alcuni guerriglieri dello “Stato islamico dell’Iraq e del Levante” hanno ucciso nei pressi di Laodicea (Lattakia) un alto comandante dell’Esercito libero siriano, Kamal Hamami.
Il 25 settembre diversi gruppi dell’opposizione armata dal regime di Bashar al-Assad che si riconoscono nella jihad hanno diramato un comunicato congiunto con il quale si rifiutano di riconoscere “ogni forma di opposizione costruita all’estero, inclusa la cosiddetta Coalizione nazionale o governo transitorio”, al momento guidato da George Sabra.
Oggi in un video diffuso su internet un adolescente kazako ha detto di essere giunto in Siria insieme ai genitori per diventare anche lui un martire dell’islam.
In un altro filmato si vede un kazako, Seif al-Dim, che spiega il “dovere che ha ogni musulmano di aderire alla causa del jihad, per difendere i Paesi islamici quando sono in pericolo”, mentre in un altro video appare uno jihadista che ringrazia Dio per aver “consentito a lui e ai suoi parenti di emigrare insieme in Siria”.
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