sabato 2 novembre 2013
La Guerra civile Siriana sempre più un incubo per la Turchia
La guerra civile siriana sta diventando un incubo per il premier turco Recep Tayyip Erdogan, schierato con i ribelli fin dall'inizio della crisi, convinto che l'ex-amico Bashar al Assad sarebbe caduto rapidamente e sostituito al potere dai "cugini" sunniti, i Fratelli Musulmani. Ma dopo due anni di guerra civile e oltre 100mila morti nulla e' andato secondo le previsioni di Ankara.
Assad non e' caduto, anzi con l'appoggio dall'Hezbollah sciita libanese sta tornando alla vittoria.
Nonostante gli sforzi di Ankara non c'e' stato un intervento militare a guida Usa contro Damasco. La crescita di Al Qaida ha spaventato Washington.
I curdi siriani hanno preso il controllo di parte del Nord e vogliono dichiarare una entita' autonoma, che un giorno potrebbe inserirsi in un Grande Kurdistan che rivendicherebbe il sud-est curdo della Turchia.
I ribelli "ufficiali" dell'Els, vicini ai Fratelli Musulmani, sono sempre piu' deboli e meno rappresentativi: altri 60 gruppi della resistenza si sono appena dissociati. Gli 11 piu' forti si sono gia' alleati ad Al Qaida con l'obiettivo comune di fondare un Califfato basato sulla Sharia. E buona parte della zona lungo il confine turco sta passando, fra denunce di atrocita', sotto il controllo dei due gruppi di Al Qaida, il Fronte al Nusra e lo Stato islamico di Iraq e Siria (Siis), facendo squillare tutti i campanelli d'allarme ad Ankara.
Insomma la Turchia scopre di avere ora oltre frontiera una sorta di "nuovo Afghanistan". Il leader dell'opposizione Kemal Kilicadaroglu accusa Erdogan e la sua linea siriana "settaria" di essere responsabile del disastro. Doppiamente: secondo l'opposizione, ma anche per i curdi siriani, che combattono contro i qaedisti, Erdogan, in nome del principio che chiunque combatta Assad va sostenuto, ha appoggiato anche i miliziani della jihad, consentendo il libero passaggio di uomini, armi e soldi attraverso il confine.
La Turchia, ha detto nei giorni scorsi Human Right Watch, rischia perfino di essere chiamata in causa per le atrocita' di Al Qaida in Siria.
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