domenica 27 ottobre 2013
La Nigeria chiede la restituzione di 185 milioni di euro al Liechtenstein
Il Liechtenstein non vuole saperne di restituire alla Nigeria i 185.000.000 di euro depositati illegalmente dall’ex dittatore nigeriano (deceduto nel 1998) Sani Abacha.
La pratica è ferma da 14 anni, ma ora il Governo ha avviato una campagna internazionale per premere sul piccolo Principato.
La Corte Costituzionale del Liechtenstein nel marzo 2013 ha respinto la richiesta delle società legate alla famiglia Achaba, aprendo la strada per la restituzione dei fondi.
Ma il Governo del Liechtenstein temporeggia: le aziende legate ad Abacha potrebbero rivolgersi alla Corte Europea dei Diritti Umani a Strasburgo, in tal caso il Principato verrebbe imputato di ulteriori responsabilità.
Il Liechtenstein vuole tassare i frontalieri svizzeri alla fonte
Il governo del Liechtenstein sta valutando di introdurre un'imposta alla fonte sui salari dei circa 10'000 frontalieri svizzeri che lavorano nel Principato.
Vaduz, che vuole risanare le casse dello stato, punta a introiti di 20-22 milioni di franchi all'anno: soldi che andrebbero a mancare al di qua del confine.
Bisogna anche considerare che gli stipendi dei frontalieri austriaci sono già tassati alla fonte.
Questa motivazione comunque, non ha contribuito a dipanare l'attrito fra il Principato e i comuni del cantone svizzero di San Gallo.
L'Arabia Saudita forse rinuncia al suo seggio biennale al Consiglio di Sicurezza ONU
Riad, eletta per la prima volta membro non permanente del Consiglio di sicurezza dell’Onu per un mandato di due anni, ha rinunciato al seggio al Consiglio.
Secondo il governo saudita l’organismo internazionale “è incapace di porre fine alle guerre e a trovare una soluzione dei conflitti”. Chiaro il riferimento alla crisi siriana che in due anni mezzo ha causato migliaia di morti. Una decisione “senza precedenti”, come ha sottolineato la Russia, che non ha digerito la decisione.
La decisione infatti non è stata comunicata ufficialmente, per cui Riad potrebbe cambiare idea.
Il governo turco, che come Riad è un sostenitore convinto della ribellione contro il presidente Bashar al-Assad, ha avuto parole non certo tenere per il Palazzo di Vetro: “Ha perso un bel po’ di creditibilità”, ha detto il presidente Abdullah Gul, citato dall’agenzia Dogan.
Anche la Francia “condivide la frustrazione” dei sauditi, ha riferito un portavoce del ministero degli Esteri.
L’obiettivo principale è realizzare la conferenza di pace Ginevra 2 a metà novembre. Il segretario di Stato Usa John Kerry ha annunciato che martedì prossimo a Londra torneranno a riunirsi gli ‘Amici della Siria’, il cartello internazionale comprendente diversi Paesi occidentali e altri Stati arabi che appoggiano le forze di opposizione al regime di Bashar al-Assad. “Stiamo cercando di far progredire il processo di pace”, ha dichiarato Kerry.
Se l’Arabia Saudita rimarrà ferma sulla decisione di rinunciare al seggio come membro non permanente al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, il candidato in prima fila a prendere il suo posto è il Kuwait che era il primo Paese arabo del gruppo Asia-Pacifico, in lizza per sedere in Consiglio nel biennio 2018-2019.
Il primo cittadino al mondo a chiedere asilo politico per tragedia ambientale
Ioane Teitiota, cittadino delle Kiribati, ha chiesto asilo in Nuova Zelanda adducendo come motivazione il rischio rappresentato dai cambiamenti climatici nel proprio Paese di origine, minacciato dall'innalzamento del livello degli oceani.
Come riporta il sito della Bbc l'ufficio Immigrazione neozelandese gli aveva dato torto e la richiesta di Teitiota - che risiede in Nuova Zelanda dal 2007 - è ora all'esame dell'Alta Corte di Wellington.
Le Isole Kiribati si innalzano sul livello degli oceani di soli 2 metri, così come le Tuvalu e sono una delle nazioni più a rischio causato dal riscaldamento del globo.
Secondo l'Immigrazione neozelandese la minaccia rappresentata dalle condizioni ambientali per gli atolli che formano Kiribati è reale, ma si tratta di una situazione di pericolo collettivo su cui il governo locale non ha alcun potere: pertanto, è impossibile parlare di rischio personale di persecuzione o di vita per Teitiota, qualora dovesse fare ritorno nel suo Paese.
Turismo settore chiave per il progetto Kenyota Vision 2030
Dopo anni di crescita 0 il 2006 ha segnato per il Kenya una sorta di inizio di boom economico in cui il PIL é cresciuto di più del 6%. Stessa cosa nel 2007.
Per questo motivo il presidente Kenyota ha deciso di lanciare un piano di sviluppo 2008-2030 dal titolo "Vision 2030" in cui il Kenya punta a diventare una naziona "sviluppata" titolo a cui si accede quando una nazione può vantare un PIL procapite di 10,000$ annui. Dollari internazionali, ovviamente.
Parte fondamentale di questo piano é il turismo che già oggi rappresenta una grossa fetta dell'economia del paese. Il primo traguardo é quello di ospitare oltre 3 milioni di turisti nel 2017 (attualmente sono 1,8 milioni e generano il 12% del Pil con il 9% degli occupati). "Investiremo in infrastrutture: sull'aereoporto di Nairobi Jumo Kenyatta, sulle strade, ma sempre nel rispetto dell'ecologia", ha dichiarato il Presidente Uhuru Muigai Kenyatta. L'eco luxury è infatti il segmento di mercato su cui il Kenya punta per il futuro.
Sospettato un somalo-norvegese per l'attentato Watergate di Nairobi
Pare sia stato identificato uno degli attentatori della strage del centro commerciale Westgate di Nairobi dove hanno perso la vita numerose persone. Si tratterebbe di un cittadino norvegese di origini somale appartenente al gruppo terroristico somalo al-Shebab. Secondo i media di Nairobi, ''il presunto attentatore e' Hassan Abdi Dhuhulow, 23 anni, nato in Somalia e trasferito con la sua famiglia a Larvik, in Norvegia, nel 1999''. In seguito all'attacco al centro commerciale Westgate di Nairobi, avvenuto dal 21 al 24 settembre scorso, ''ci sono ancora 23 persone che risultato disperse''.
Il Disastro di Fukushima costerà molto caro ai giapponesi
Oltre all'inestimabile danno ambientale e alla salute, l'incidente di Fukushima costerà molto caro ai giapponesi, tanto che la stima prevede un gettito ulteriore di circa 600 milioni di euro che saranno resi alla popolazione in più di 30 anni.
I dati del prestito alla Tokyo Electric Power Corporation (Tepco, proprietaria dell'impianto nucleare danneggiato e responsabile de facto dei lavori di ripulitura ambientale) sono enormi. La compagnia, insieme a delle sue controllate, ripagherà il prestito con "contributi generali" ottenuti principalmente attraverso le bollette dell'energia.
I soldi che i contribuenti dovranno versare saranno recuperati attraverso un graduale aumento della tassazione nazionale che, avvertono i revisori, potrebbe portare a un innalzamento delle tasse per tutti di circa l'8 % spalmato sul periodo della restituzione del prestito.
Insomma non una bella notizia per il motore dell'economia asiatica, ormai una tigre un po' vecchia dal mercato interno fermo e con dati di crescita fermi allo 0.
sabato 26 ottobre 2013
Ulteriore raffreddamento fra Israele e Turchia
Nel periodo di massima tensione tra governo turco e Stato ebraico per il rifiuto del governo israeliano di scusarsi per l'uccisione dei nove attivisti turchi pro-Palestina (della nave Mavi Marmara abbordata dall'esercito israeliano nel maggio del 2010), all'inizio dello scorso anno il Primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan ha deciso di punire Israele, fornendo ai servizi segreti di Tehran i nomi di dieci spie iraniane al soldo del Mossad. Questo quanto afferma David Ignatius, senior editor del Washington post.
Aumentano i poveri in Israele
Gli ultimi dati diffusi dall’Istituto di Statistica di Israele fotografano una società in cui il 31% della popolazione si trova in condizioni di povertà: quasi un israeliano su tre.
La media nei paesi europei é del 17% (dato che, francamente, fotografa un'Europa che fa i conti quotidianamente con la povertà, nonostante faccia parte del "mondo sviluppato") ma ciò che é più allarmante é che in Israele la percentuale della popolazione appartenente alla fascia economica della "povertà" é passata dal 26% del 2001 al 31 per cento del 2011.
Sebbene la disoccupazione in Israele sia molto bassa, i salari sono spesso inferiori a quelli di altri paesi industrializzati, ma non i prezzi delle merci, soprattutto quelle per quotidiane come il pane che può costare più del doppio che in Europa.
venerdì 25 ottobre 2013
IN QUALCHE MODO L'IRLANDA NON é PIù UN PARADISO FISCALE PER LE AZIENDE
In Irlanda le aziende pagano una corporate tax del 12,5%. La più bassa di tutta l'UE. E una delle più convenienti al mondo, paradisi fiscali a parte. Certo, questo rende la Repubblica d'Irlanda in qualche modo un vero e proprio paradiso fiscale.
Oltre a questa tassazione agevolata, un lasso nella normativa irlandese permette alle aziende apolidi e cioé che non hanno sede di gestione in Irlanda, di non pagare le tasse nel paese. Inoltre, se un'azienda é solo registrata in Irlanda, ma non direttamente gestita da lì, non é tenuta a pagare le tasse all'Irlanda.
Ecco che grandi colossi come Apple sono registrati in Irlanda ma mantengono la loro sede... Dove? Ufficialmente da nessuna parte, anche se materialmente tutti sanno che é a Cupertino, in California.
Gli USA hanno calcolato che questo giochetto che Apple può fare grazie a un occhio chiuso che l'Irlanda continua a tenere, gli é costato più di 50 miliardi di dollari di tasse in un anno.
Va da sé che Apple é il caso più eclatante, ma per quante innumerevoli aziende é successa la stessa cosa?
Ecco quindi che nonostante molteplici sforzi dell'UE di far coprire ai legislatori irlandesi questa falla nella normativa dell'isola verde, ci é sono riusciti solo gli USA, a seguito evidentemente di pressioni.
Nonostante ciò il cambiamento porterà a una non risoluzione del problema, in quanto il paese non consentirà più a società registrate a Dublino di non dichiarare un indirizzo di residenza fiscale, ma ciò porterà le grandi corporate solo a pagare le tasse irlandesi, che sono al 12,5%, una cifra decisamente più vantaggiossa rispetto a quella di tutti gli altri paesi avanzati.
Turismo ad agosto 2013 unico fattore positivo per economia greca
La bilancia dei pagamenti greca é finalmente andata in attivo ad agosto 2013 grazie al comparto del turismo che ha visto crescere le entrate del 12,4% rispetto all’anno scorso a quasi tre miliardi di euro.
La Domanda interna, gli investimenti e la produzione industriale sono strozzati dalle misure di austerity imposte dai creditori internazionali e per Atene gli scontrini emessi ai vacanzieri rimangono l’unico fattore di crescita.
La Grecia é il paese UE con il più alto tasso di disoccupati a lungo termine
Gli ultimi dati dell' Ocse sono impietosi. La Grecia, nell' area dell' Euro, detiene il record dei disoccupati a lungo termine, di coloro che cercano lavoro da più di un anno. La disoccupazione, nel paese, ha ormai raggiunto 27%: quasi un greco adulto su 3 é senza lavoro e gli stipendi e pensioni sono già state tagliate del 35%.
Una settimana fa la Troika della finanza mondiale ha chiesto maggiori misure alla Grecia
Che la Grecia sia stata salvata in extremis dalla bancarotta non é un mistero.
Anzi, che effettivamente abbia fatto bancarotta e che siano sopraggiunti BCE, FMI ed Europa a salvarla non é un mistero.
Una settimana fa si sono incontrati i rappresentanti dei creditori internazionali e il ministro delle Finanze greco, Iannis Stournaras per approfondire il discorso su come proseguire nel memorandum imposto alla Grecia.
I negoziati si concentrano su tre tematiche principali:
- L’esigenza improvvisa (ma sussurrata da almeno un anno) di prendere ulteriori misure fiscali da 2 miliardi di euro nel 2014
- L’eventuale decisione di riduzione del debito dopo le elezioni europee di maggio
- Non eseguire la decisione di scadenza differita delle obbligazioni detenute dall’Eurozona in grado di coprire una parte del fabbisogno di finanziamento per il prossimo anno
Si sa che gli stipendi dei dipendenti pubblici e le pensioni sono già stati ridotti ai minimi termini in un paese dove comunque il costo della vita non accenna a diminuire, soprattutto ad Atene, dove vive metà dell'intera popolazione della nazione e nelle isole più famose e glamour come Mykonos, Santorini, Creta e Rodi, a causa del turismo internazionale che porta sì soldi ma che allo stesso tempo mantiene alti i prezzi.
Il rischio per il Paese è che vi sia il quarto taglio a stipendi e pensioni, il tfr concesso a rate ai lavoratori che vanno in pensione oltre a nuove tasse per rientrare da quel mancato incasso. I sindacati sono pronti a fare le barricate (possibile sciopero generale per fine ottobre) e con i disordini sociali nuovamente in agguato.
Uno studio appena condotto dal comune di Atene ha mostrato, a 3 anni dall'inizio della crisi, una società fortemente cambiata in cui su una popolazione complessiva di 2 milioni di cittadini nella sola capitale, che si estendono a 5 milioni nell’intera area metropolitana ateniese, 20mila sono i poveri assoluti. In particolare, 1.667 assistiti per i pasti, 480 senzatetto e 774 famiglie beneficiarie del Sos sociale. A cui vanno sommati i circa 2.500 suicidi da crisi.
sabato 19 ottobre 2013
GRAZIE ALLA GEORGIA ORA SAPPIAMO CHE L'UOMO HA ANTENATI ANCHE AL DI FUORI DELL'AFRICA
Un cranio risalente a 1,8 milioni di anni fa e appartenente ad un antenato dell’uomo è stato ritrovato in un villaggio della Georgia. Il fossile è il più completo cranio pre-umano mai scoperto e dimostra così che probabilmente l’evoluzione della specie potrebbe avere passato meno step di quanti si pensava in precedenza. Inoltre il ritrovamento dà ai ricercatori la prima prova di antenati dell’uomo fuori dall’Africa che avrebbero potuto diffondere la specie verso il nord e il resto del mondo
TUTTI I SINDACI FRANCESI DOVRANNO CELEBRARE I MATRIMONI GAY
La Corte Costituzionale francese ha deciso di non accettare l'obiezione di coscienza per i sindaci francesi che non vogliono celebrare i matrimoni gay. Una volta vestita la fascia, sono al servizio del paese e devono trattare tutti i cittadini allo stesso modo secondo la legge.
Francia: proposta di legge per affermare che il vino e' parte integrante della cultura della nazione
Proposta di legge al Parlamento di Parigi per ''affermare chiaramente che il vino è parte integrante del patrimonio culturale e gastronomico'' della Francia. ''Il vino, prodotto della vigna, fa parte del patrimonio culturale e gastronomico protetto, in Francia'', si legge nella proposta di legge, presentata dal senatore socialista, Roland Courteau.
DIALOGO POLITICO-ECONOMICO FRA ITALIA E CUBA
Si è svolta a L’Avana la prima sessione di dialogo politico bilaterale tra Italia e Cuba.
Tra i temi affrontati durante il colloquio ha avuto forte preminenza quello della collaborazione in campo economico, con la richiesta da parte cubana di approfondire l'esperienza italiana del fenomeno del cooperativismo e l’illustrazione delle opportunità di investimento nell’isola caraibica, favorite da incentivi agli imprenditori in via di istituzione.
Una speciale attenzione è stata poi dedicata alla cooperazione in campo culturale - uno dei tradizionali punti di forza delle relazioni bilaterali – e universitario, per la quale si sono discusse le modalità per un deciso rilancio.
Inoltre, sono state oggetto del colloquio alcune iniziative di cooperazione allo sviluppo, tra cui un progetto di restauro di un'area dell'Avana vecchia, in collaborazione con l'IILA, e un intervento di sicurezza alimentare nel settore del caffè, da realizzarsi attraverso l'IAO.
GLI USA CERCANO LA TREGUA FRA CONGO E M23
I ribelli di etnia tutsi in Congo si chiamano M23 e cercano l'ndipendenza nella regione dei "Grandi Laghi". Data l'etnia e la notevole forza, tutta la comunirtà internazionale pensa che siano appoggiati sia da Uganda sia da Ruanda,per creare un nuovo stato da spartirsi. Notevoli sono le risorse economiche nella zona: a parte l'alto numero di abitanti in tutto il Congo, ci sono Cobalto, Rame, Pietre Preziose oltre a legnami pregiati della foresta pluviale. Senza contare dei corsi d'acqua che potrebbero fornire energia idroelettrica.
Da dieci mesi il Governo del Congo e gli M23 si trovano a Kampala per accordarsi su un trattato di pace. Gli USA hanno spinto perché arrivino ad un accordo sulla base della proposta avanzata dal Governo Ugandese.
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CRESCITA DEL COMMERCIO ESTERO DI HONG KONG A DUE CIFRE
Nel periodo gennaio-agosto 2013, il commercio estero di Hong Kong ha fatto registrare incrementi a due cifre sia nelle esportazioni che nelle importazioni di merci, con le prime cresciute del 10,4% rispetto allo stesso periodo del 2012, per un ammontarecomplessivo di 347,6mld. di USD, e le importazioni in aumento del 14,2% con un valore di 405,7mld. di USD.
I principali paesi clienti di Hong Kong sono stati, per valore: Cina (+16,3%; 60%), Stati Uniti (-2,2%; 7,8%), Giappone (-5,7%; 3,2%), India (+2,5%; 2,1%) e Taiwan (+2,8%; 2%).
L’Unione Europea (28 Paesi), che figura al secondo posto dopo la Cina per area di destinazione delle merci, ha registrato un calo dello 0,3% e incide per l’8% sul totale esportato da Hong Kong.
Per quanto riguarda le importazioni, i primi 5 paesi fornitori sono stati, per variazione di valori nel periodo e quota del mercato di Hong Kong: Cina (+6,4%; 40,8%), Svizzera (+185,5%; 8,2%), Giappone (-10,6%; 6,4%), Taiwan (+4%; 6,2%), Stati Uniti (+23,8%; 5,9%).
Le forniture dall’Unione Europea (28 paesi), che si posiziona al 3º posto dopo Cina e Svizzera, sono aumentate del 14,8%, e incidono per il 7,7% sul totale degli acquisti dall’estero di Hong Kong.
E’ interessante notare il notevole aumento delle importazioni dalla Svizzera (oltre il 185% ad agosto) che raggiunge il 2° posto nella classifica dei fornitori di Hong Kong; il 98% circa delle esportazioni svizzere a Hong Kong e’ costituito da metalli e pietre preziose e da orologi.
L'ECONOMIA CINESE ACCELERA NEL TERZO TRIMESTRE 2013
Il Pil cinese è cresciuto del 7,8% annuo nel terzo trimestre dopo il 7,5% del secondo: è una rilevazione in linea con le attese ma ugualmente il dato più forte di quest'anno.
Per quel che riguarda la produzione industriale, il mese di settembre ha visto un incremento del 10,2% annuo contro il 10,4% di agosto; le attese erano per un +10,1%.
Le vendite al dettaglio sono salite del 13,3% annuo - su stime per un +13,5% - dopo il 13,4% del mese precedente.
UE: AL VIA TRATTATIVE CON CINA PER ACCEDERE MEGLIO AL MERCATO E TUTELA DEGLI INVESTIMENTI. MA SOLO SE SI PUO' RIVENDERE IL NOSTRO VINO
Se ad inizio '900 l'Italia non riusciva a entrare in commercio con i cinesi perché non aveva da offrire loro niente che gli piacesse (il cotone era rimpiazzato dalla loro seta, il vino non piaceva a scapito del saké, la pasta no a scapito del riso, l'olio non sapevano cosa fosse, le loro verdure erano molto differenti eccetera) oggi si é scoperto che i cinesi amano particolarmente il vino.
Proprio per questo il Governo Cinese ha deciso di chiudere il mercato interno al vino prodotto in Italia, Francia e Spagna (i vini migliori al mondo) per poter lanciare quelli prodotti sulle colline della zona tropicale e costiera cinese.
Ecco che quindi l'UE ha deciso di ricominciare gli accordi per gli investimenti fra Cina e i paesi membri solo a patto che il Governo riapra le frontiere al vino prodotto nei tre paesi europei.
CILE PER LA QUINTA VOLTA AL CONSIGLIO DI SICUREZZA ONU
Per la quinta volta nella sua storia il Cile é stato eletto come rappresentante dell'America al Consiglio Di Sicurezza dell'ONU fra i seggi non permanenti.
Il Cile é sostenitore dell'inclusione di Brasile, Germania, India e Giappone fra i membri permanenti e per aumentare al contempo il numero di seggi non permanenti.
RIVOLTE DEGLI STUDENTI IN CILE PER UN'UNIVERSITA' PUBBLICA
Per la sesta volta in pochi mesi, insegnanti e studenti sono scesi in piazza gli uni accanto agli altri, in Cile, per chiedere istruzione pubblica gratuita. Circa 50 mila hanno domandato al governo una scuola di qualità.
Ci sono stati scontri con la polizia e decine di studenti successivamente sono stati arrestati dalle forze dell’ordine cilene. Secondo La Tercera, in totale sono state 34 le persone fermate, mentre 14 poliziotti risulterebbero feriti.
L’ex presidente del Cile, Michelle Bachelet, che si è candidato anche per le prossime elezioni del 17 novembre, ha già fatto sapere che cercherà di venire incontro alle richieste che arrivano dal mondo della scuola, tra cui l’istruzione universitaria gratuita. La piazza chiede che sia messo nel dimenticatoio il sistema educativo ereditato dal defunto dittatore Augusto Pinochet.
Pinochet, nel 1981, ha riformato il sistema educativo cileno, tagliando il sostegno del governo per le scuole pubbliche e dando ai singoli Comuni il controllo sulle spese. Si sono moltiplicate così le scuole private. Gli studenti vogliono l’eliminazione delle tasse scolastiche, la fine delle università for-profit, una riduzione del costo elevato dei college. Secondo gli ultimi sondaggi, l’85 per cento dei cileni sostiene queste manifestazioni.
ELETTI I NUOVI MEMBRI NON PERMANENTI DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU
L'Assemblea generale delle Nazioni unite ha eletto Nigeria, Ciad, Arabia Saudita, Lituania e Cile come cinque membri non permanenti del Consiglio di sicurezza per il biennio 2014-2015. Il Ciad, l'Arabia Saudita e la Lituania non hanno mai fatto parte del Consiglio.
I cinque Paesi, eletti con la maggioranza dei due terzi dei voti, sostituiranno a partire dal primo gennaio Azerbaigian, Guatemala, Marocco, Pakistan e Togo. I seggi in Consiglio di sicurezza vengono assegnati a seconda delle regioni e sono i gruppi regionali a nominare i loro candidati. Quest'anno per la prima volta tutte le regioni avevano trovato accordo unanime sui propri candidati, ma negli ultimi anni alcune delle candidature furono duramente contestate.
I gruppi per i diritti umani hanno criticato soprattutto l'elezione di Riyad. Philippe Bolopion, direttore di Human Rights Watch presso le Nazioni unite, ha denunciato anche la scelta di Nigeria e Ciad. "Il prestigio di un seggio al più importante tavolo diplomatico - ha affermato - dovrebbe spingere i nuovi membri a mettere le cose in ordine nei loro Paesi".
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MAI PIU' PRODOTTI ITALIANI FASULLI IN CANADA
Aseguito dell'accordo Ue-Canada stretto ieri 18 ottobre viene garantita "la piena protezione" di circa 150 indicazioni geografiche europee. Di questi prodotti ben 39 sono italiani: si va dal prosciutto di Parma al parmigiano reggiano.
Cinque indicazioni geografiche coesisteranno con i marchi gia' registrati in Canada: Prosciutto di Parma, Prosciutto San Daniele, Prosciutto Toscano, un salame ungherese e un 'foie gras' francese. In pratica il Prosciutto di Parma entrera' in Canada dove gia' viene venduto il "Parma Ham" Maple Leaf. Tale marchio venne registrato 40 anni fa e da allora il Parma non varca la doagana canadese con la sua propria denominazione.
Protezione piena anche per il Parmigiano Reggiano che coesistera' con il 'parmesan', ma sara' vietata anche la semplice evocazione che possa ingannare il consumatore sulla provenienza (da Parmesan from Reggio alla bandiera italiana).
Per Asiago, Fontina, Gorgonzola, Feta e Munster (francese) potranno circolare prodotti con lo stesso nome ma dovra' essere evidente l'indicazione della vera origine e varra' anche il divieto di evocazione.
Inoltre non potranno piu' essere commercializzati in Canada nuovi prodotti, se non con l'aggiunta di termini "style", "-type", "imitation of...".
ATTENTATI SHAN PER L'INDIPENDENZA DALLA BIRMANIA
Lo Shan é uno degli stati che formano la Birmania e che reclama da diverso tempo l'indipendenza. Tre attentati esplosivi hanno colpito il 17 ottobre Namkham, nello Stato birmano orientale di Shan, causando la morte di una persona. Lo rende noto la polizia. "Sono esplose tre bombe. Nel secondo episodio, un impiegato municipale è rimasto ucciso" nei pressi della frontiera cinese, spiegano le fonti. Si tratta degli ultimi di una serie di episodi simili nel Paese, scosso da diversi giorni da attentati esplosivi.
UN MURO FRA BULGARIA E TURCHIA PER BLOCCARE L'IMMIGRAZIONE SIRIANA
Un muro al confine con la Turchia per impedire l’ingresso di rifugiati siriani. Così il governo bulgaro cerca di arginare l’ondata di migranti che dalla Siria raggiunge il Paese. La barriera si estenderà per 30 chilometri e sarà alta tre metri. La decisione è stata presa dal Consiglio dei Ministri di Sofia mercoledì. Il muro sarà costruito nei pressi di Elhovo, nel sudest della Bulgaria, la zona più difficile da controllare lungo il confine di 259 km con la Turchia, dove passano l’85% degli immigrati irregolari. Secondo i dati ufficiali sono arrivati in Bulgaria più di 6.500 rifugiati siriani. Per il governo saranno 11 mila entro la fine dell’anno e Sofia chiede all’Unione europea l’equivalente di 5 milioni di euro al mese per affrontare l’emergenza.
L'UE TAGLIA I FINANZIAMENTI ALLA BOSNIA - ERZEGOVINA: ANCORA LONTANA LA SUA ADESIONE
La Commissione Ue ha deciso di tagliare del 54% i fondi di pre-adesione al Paese dei Balcani del 2013, per una cifra complessiva di 47 milioni di euro.
L'assenza di un accordo sull'allineamento della Costituzione della Bosnia Erzegovina alla sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo (caso Sejdic-Finci) "blocca il percorso di adesione della Bosnia Erzegovina e rende difficile continuare a giustificare la continua concessione di fondi Ue di pre-adesione", sottolinea Bruxelles.
Altro ostacolo, il rifiuto del Paese dei Balcani di applicare le procedure previste per l'adattamento dell'accordo di associazione e dell'accordo ad interim con l'Ue dopo l'ingresso della Croazia, che non prevede una liberalizzazione degli scambi, ma il mantenimento dello status quo.
IL TURISMO RELIGIOSO ITALIANO AIUTA L'ECONOMIA DI MOSTAR
Da giugno 2012 a oggi, il collegamento Bari-Mostar lanciato grazie al progetto di cooperazione europeo, Air.Net (finanziato dal Programma di cooperazione transfrontaliera Ipa Adriatico) ha consentito un flusso di 15 mila passeggeri. Mostar è spesso un punto di passaggio, di transito, per giungere a Medjugorje. A fare girare l'economia locale sono soprattutto pellegrini italiani diretti al luogo delle apparizioni mariane. Per raggiungere la Bosnia meridionale, mediamente il periplo poteva durare anche un giorno e mezzo. In nave, da Bari a Dubrovnik (in estate) e da li' verso Medjugorje, oppure da Ancona a Spalato. O grazie a voli charter verso Spalato. Di li' sempre in auto. Finora il progetto Air.Net - Ipa, che ha collegato Mostar non soltanto con Bari, ma anche con Trieste, ha portato a un aumento del 30% del flusso di arrivi. A oggi lo scalo ha sfiorato i 100 mila arrivi, ma l' obiettivo è ancora più ambizioso: raggiungere quota 200 mila da qui a cinque anni.
SITUAZIONE DELLA LOTTA AL NARCOTRAFFICO IN BOLIVIA
La polizia antidroga della Bolivia (Fuerza Especial de Lucha Contra el Narcotráfico - FELCN), ha sequestrato, tra gennaio e ottobre, 15,8 tonnellate di cocaina e 71,8 tonnellate di marijuana. Lo fa sapere il viceministro della Difesa Sociale, Felipe Càceres. Nello stesso periodo sono stati manualmente erdicati 9.048 ettari di coca nello Yungas, a La Paz, nel dipartimento di Cochabamaba, e nella provincia Yapacaì, a Santa Cruz.
La Bolivia, insieme a Peru' e Colombia, e' tra i maggiori produttori mondiali della foglia di coca.
Nello stesso periodo, le operazioni di polizia realizzate sono state 10.405, sono state distrutte 3.739 fabbriche di cocaina e 3.823 persone sono state arrestate.
IL RISARCIMENTO DEI TANGO BOND AI PRIVATI A CHE PUNTO E'?
Gli investitori privati di paesi come l'Argentina, il Belgio, l'Italia e la Germania hanno unito le proprie forze per invitare il governo argentino a offrire una soluzione ragionevole alle controversie tuttora pendenti sul debito. Sono aumentate le richieste rivolte alla presidente argentina Kirchner di negoziare con i creditori che fanno resistenza ("holdout"). Ciò è successo nelle settimane che sono seguite alla decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti, che ha negato il ricorso in appello dell'ingiunzione di un tribunale distrettuale che richiede che gli holdout siano pagati alla pari degli altri obbligazionisti. Migliaia di investitori – molti dei quali, a seguito della storica inadempienza del 2001, sono in attesa da oltre un decennio che il governo argentino offra loro una giusta resa sui loro investimenti – si stanno facendo avanti per esprimere il loro desiderio di raggiungere un accordo.
L'ARGENTINA SULLA STRADA PER RIPAGARE I SUOI DEBITI INTERNAZIONALI
L'Argentina ha accettato di pagare circa 500 milioni di dollari per risolvere le controversie con diverse multinazionali europee e statunitensi, un passo per cercare di ricostruire la fiducia degli investitori esteri nel bel mezzo della battaglia con gli obbligazionisti.
Il pagamento, ha annunciato il governo di Buenos Aires, sarà effettuato in obbligazioni sovrane a quattro società che hanno presentato denunce alla Banca Mondiale per la risoluzione delle controversie relative agli investimenti e a una società che si è rivolta a una commissione delle Nazioni Unite.
Le società hanno accettato uno sconto del 25% sui crediti vantati.
La decisione coincide con un momento delicato: l'Argentina è alle prese con una battaglia nei tribunali degli Stati Uniti con gli hedge fund che si sono opposti a due ristrutturazioni del debito.
L'Argentina spera che l'amministrazione Obama chieda al procuratore generale degli Stati Uniti di presentare argomenti alla Corte Suprema contro una sentenza di un tribunale che ha imposto il rimborso agli hedge fund.
Le aziende rimborsate sono Vivendi, Azurix e Blue Ridge Investments, società controllata da Bank of America Corp, CC-WB Holdings, e NG-ONU Holdings.
Il governo argentino pagherà l'indennizzo in obbligazioni denominate in dollari Usa, Boden 2015 e Bonar X, che offrono un tasso di interesse annuo del 7%.
L'Argentina deve affrontare ulteriori cause alla Banca Mondiale, tra cui una richiesta di risarcimento di Repsol.
Nel maggio 2012, gli Stati Uniti hanno sospeso l'Argentina dal sistema di dazi agevolati.
Per quanto riguarda la vicenda dell'arbitrato riguardante i Tango bond in mano a risparmiatori italiani, recentemente la Tfa ha detto l'udienza finale sarà nel giugno 2014.
INIZIA LA LIBERALIZZAZIONE DEI CIELI ALBANESI
Il Governo albanese ha già iniziato ad attuare il piano per cambiare la situazione di monopolio instaurata attualmente nel settore dei voli aerei.
SI DEL SENATO AL GASDOTTO TAP
E' arrivato il 17 ottobre il "si" del Senato al TAP, il progetto di gasdotto che tende a portare il gas Azero del Mar Caspio in Europa senza passare dalla Russia i dall'Africa del Nord, ma da Turchia, Grecia e Albania, arrivando ad avere la prima base di stoccaggio in Italia, in provincia di Lecce.
Un 'opportunità per diversificare la provenienza delle fonti energetiche in Europa.
Il gasdotto entrerà in funzione nel 2018 portando 10 miliardi di metri cubi di gas all'anno, per essere raddoppiati l'anno successivo. Sarà lungo 800km di cui 105 sotto l'Adriatico.
Ad esultare per il momento sono soprattutto le aziende che partecipano a TAP, che sono la britannica Bp (20%), la turca Socar (20%), la norvegese Statoil (20%), la belga Fluxys (16%), la francese Total (10%), la tedesca e.On (9%) e la svizzera Axpo (5%). Tutti giganti provenienti da paesi che non ospiteranno il gasdotto (Turchia a parte).
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KAMIKAZE A KABUL
Un kamikaze afghano si é fatto esplodere il 17 ottobre nei pressi di un edificio sorvegliato dove lavoravano civili stranieri. Due i morti civili. Immediata la reazione della polizia afghana. L'edificio si trovava nella zona dell'aeroporto della capitale
ATTENTATO ALLA BASE ITALIANA DI SHINDAND IN AFGHANISTAN
La missione NATO AISAF, che aiuta i militari afghani a combattere i ribelli talebani, ha affidato all'Italia la zona orientale del paese e in particolare le province della bellissima città di Herat e quella più desertica di Farah. Una delle basi principali é quella di Shindand, sulla quale l'altro ieri sono stati lanciati due missili dei ribelli. Fortunatamente non ci sno stati gravi danni se non la rottura di alcuni vetri della torretta di controllo.
Nello stesso giorno il Ministro Italiano per la Difesa Mario Mauro ha spiegato che durante il 2014 i soldati italiani occupati in Afghanistan scenderanno a 1.800 unità.
Effettivamente il 2014 é l'ultima anno di attività dell'AISAF.
A partire dal 2015 quindi, se il Parlamento la approverà, sarà possibile una campagna non per aiutare gli afghani a combattere per per sostenere lo sviluppo del paese.
Quanto costerà questa iniziativa al di fuori della NATO?
ABKHAZIA: 20 ANNI DI INDIPENDENZA DE FACTO
Gli Abkhazi, o Abcasi, nell'italianizzazione del nome, sono un antichissimo popolo del Caucaso. A differenza di molti altri popoli dell'area non si sono particolarmente dispersi nella regione, in Europa o nel resto del mondo. In epoca post romana e nel medio evo il Ducato Abcaso era addirittura più grande e forte del principato georgiano. Questo fino a quando tutte le tribù georgiane non si sono unite e hanno dato vita a un regno che iniziò ad includere anche il territorio abcaso. Con la conquista russa della Georgia, l'Abkhazia o Abcasia, é stata declassata a territorio autonomo all'interno di una repubblica georgiana federata all'Unione Sovietica. Dall'inizio del 900 a inizio anni '90 dello stesso secolo i georgiani hanno "invaso" il territorio abcaso, georgianizzandolo. Questo nonostante l'Unione Sovietica avesse concesso qualche autonomia al popolo abcaso che però si era ritrovato a rappresentare solo il 15% della popolazione del suo territorio.
Con lo sfascio dell'URSS la Georgia si rese indipendente e confermò la sua costituzione pre-Sovietica. Da qui il terrore degli abcasi che videro la propria autonomia terminata.
Per questo motivo dichiararono l'indipendenza, ovviamente non riconosciuta né dalla Georgia né da alcun altro paese al mondo. Questo fatto portò a due guerre durante le quali i georgiani furono decimati e deportati.
Dagli oltre 500.000 abitanti della repubblica negli ultimi anni dell'URSS si é passati a poco più di 200.000. La composizione però é stata stravolta: oggi gli abcasi sono tornati nuovamente ad essere la maggioranza, rappresentando quasi il 44% del totale.
L'Abkhazia potè vincere contro la più grande e popolata Georgia perché portò avanti le sue guerre contemporaneamente all'Ossezia del Sud, altra repubblica autonoma interna alla Georgia e perché poté contare sull'appoggio della Russia. La Russia appoggia l'indipendenza dell'Abkhazia per poter contare su agevolazioni nella perforazione di idrocarburi al largo del Mare del Nord davanti alla costa Abcasa e per poter aprire le sue coste all'imprenditoria turistica Russa.
Dal 1993 l'Abkhazia é di fatto indipendente. Solo dal 2008 ha cominciato a ricevere riconoscimenti internazionali che al momento però si riducono a una manciata: Russia, Nicaragua, Venezuela, Nauru, Vanuatu e Tuvalu. Anche Ossezia del Sud e Transnistria la riconoscono, ma anch'esse non sono riconosciute dall'ONU.
A 20 anni dall'indipendenza de facto l'Abkhazia si riduce quindi a essere uno stato fantoccio, appoggiato dall'enorme madre Russia che la usa per proprio scopi energetici e per indebolire il vicino georgiano dalla tradizione cristiana che l'avvicina alla ricca Unione Europea e la rende inattaccabile.
Un anniversario forse un po' amaro: non riconosciuta, una popolazione che non permette di poter essere equiparata a una nazione mediamente importante, e che non riuscirebbe a darle nemmeno rappresentanza in diversi paesi del mondo a causa dei costi (un paese, oggi, riesce a essere in grado di pagare tutte le strutture di cui ha bisogno una nazione moderna quando supera i 2 milioni di abitanti).
Fra poco ci saranno le Olimpiadi invernali di Sochi, località balneare russa vicino all'Abkhazia. Riuscirà questa manifestazione ad alzare la questione abkhaza all'attenzione del mondo oppure l'Abkhazia, insieme al suo popolo, é destinata a rimanere una regione non riconosciuta e conosciuta dal mondo?
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