L’ingresso della Romania e della Bulgaria nell’area Schengen è stato rinviato a data da destinarsi. A deludere le speranze dei dirigenti rumeni e bulgari, che aspiravano ad ottenere il via libera per il prossimo marzo, pare sia l’ostilità di una quindicina di Paesi Membri, con in prima fila l’asse franco-tedesco. Un eventuale ingresso di Bulgaria e Romania nell’area Schengen sembra per le due nazioni «prematuro».
I due paesi balcanici non sarebbero ancora in grado di assicurare la necessaria opera di controllo dei confini dell’area senza frontiere, come dimostrato dal fallimento bulgaro nella gestione della frontiera con la Turchia. Non solo, i ministri criticano il fatto che in entrambi i paesi persista un intollerabile livello di corruzione diffusa e che nel caso della Bulgaria vi sia una consistente presenza del crimine organizzato.

Il Presidente rumeno Traian Basescu ha criticato fortemente il documento e ha accusato Francia e Germania di compiere così un atto di «discriminazione».
Le autorità rumene hanno poi respinto le critiche di Parigi in merito alla scarsa sorveglianza dei flussi con la Moldavia, sostenendo che invece il complesso sistema di telecamere lì installato permetta di controllare ogni movimento.

Di tutt’altro profilo la reazione di Sofia. Il Primo Ministro Boyko Borissov ha scelto di non criticare Parigi in occasione della massiccia espulsione di rom bulgari nella scorsa estate, sperando che ciò avrebbe portato a non porre il veto all’ingresso della Bulgaria in Schengen. Nonostante questa speranza sia stata delusa, l’unica reazione ufficiale alla lettera franco-tedesca è stata una dichiarazione di impegno a raddoppiare gli sforzi per raggiungere i risultati richiesti per entrare a far parte dello spazio senza frontiere.

In Bulgaria, il Ministro degli Interni Rumen Petkov, recentemente dimessosi in seguito ad uno scandalo che lo vede legato ad alcuni ambienti mafiosi, ha dichiarato che 30 milioni di euro dei 130 dati dalla Commissione Europea alla Bulgaria per sostenere le procedure di ingresso in Schengen sarebbero stati «rubati». Non solo, la Commissione sta seguendo attentamente un altro scandalo, quello delle intercettazioni di conversazioni private commissionate dal governo di Boyko Borissov senza l’autorizzazione del giudice.
Per quanto riguarda la Romania, gli scandali che periodicamente coinvolgono gli agenti doganali (traffico di merci di contrabbando come sigarette, armi, droga, ecc), e la recente riduzione del 40% del loro stipendio che li renderà così ancor più disponibili ad essere corrotti, sono un’altra fonte di preoccupazione a Bruxelles.