domenica 27 marzo 2011

Brogli elettorali in Uganda


Dopo il rapporto di ActionAid sono molto forti i dubbi sulla legittimità della vittoria alle ultime elezioni ugandesi di Yoweri Museveni che in questo modo estende per la quarta volta il suo mandato presidenziale in Uganda e rientrerà presto nella schiera dei leader africani più longevi. Secondo le denunce di attivisti e osservatori, i partiti e i candidati ugandesi hanno utilizzato una quantità di denaro senza precedenti per influenzare gli esiti delle urne e uno scandalo corruzione, che ha coinvolto tutti i parlamentari ugandesi, ha spinto la società civile a insorgere pacificamente.
Intimidazioni e corruzioni. Lo scorso venerdì, lunghe file ai seggi elettorali e un'affluenza al 59% hanno caratterizzato le elezioni. E dopo lo spoglio, l'ex-comandante ribelle ha ottenuto le preferenze di oltre 5 milioni di ugandesi, il 68% dei votanti. Il principale sfidante, Kizza Besigye, fermo al 26% e sconfitto per la terza volta, ha respinto con decisione il risultato, paventando brogli e irregolarità per tutto il corso della campagna elettorale. Tanto da ritenere necessario spendere metà del budget dell'opposizione per inviare un milione di osservatori ai seggi di tutto il paese, per limitare il ricorso alle intimidazioni e alla corruzione dei votanti.
"Il popolo non può esprimersi". "E' ormai chiaro che il volere del popolo non trova espressione in un processo elettorale che si svolge all'interno di un contesto di corruzione e repressione politica", ha dichiarato Besigye, arrivando persino a minacciare rivolte da parte dei suoi sostenitori per rimuovere il "governo illegittimo", in linea con quanto "sta accadendo in altre parti del mondo".
Finora solo proteste pacifiche. L'osservatore dell'Unione Europea Edward Scicluna si è detto soddisfatto del carattere pacifico di queste elezioni, nonostante si siano verificati alcuni scontri tra i sostenitori delle diverse fazioni in alcune zone del paese. 
ActionAid: "Il governo ridìa il denaro ai cittadini".  "Un così alto tasso di corruzione non ha precedenti in Uganda.", ha dichiarato Charles Businge, responsabile di ActionAid in Uganda, una delle diverse organizzazioni internazionali che partecipano alla protesta. "Museveni è sotto pressione per un massiccio pagamento da 2,7 milioni di dollari ai membri del parlamento, elargito poche settimane prima delle elezioni e al di fuori di ogni procedura legale. Il nuovo governo deve immediatamente restituire il denaro e utilizzarlo per lo sviluppo di scuole e ospedali. Il giusto utilizzo delle risorse pubbliche è fondamentale in un paese povero come l'Uganda e la decisione di distribuire una grossa quantità di denaro ai parlamentari è solo un esempio dell'indifferenza e dell'egoismo degli attuali leader".

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